Calcio e Neuroscienze
la relazione cervello-mente
sport e principi neuroscientifici
Il calcio è uno sport che richiede una complessa integrazione di abilità fisiche, tecniche, tattiche e psicologiche, e l’applicazione dei principi neuroscientifici permette di ottimizzare queste competenze attraverso lo sviluppo di allenamenti specifici che potenziano le capacità cognitive e motorie dei giocatori.
Inoltre, comprendere i meccanismi cerebrali legati all’apprendimento e all’adattamento facilita l’implementazione di strategie efficaci per migliorare le prestazioni.
Le neuroscienze forniscono una mappa d’azione delle diverse aree del cervello coinvolte in ciascun processo percettivo e motorio e delle connessioni che si stabiliscono tra di esse.
cervello e processi decisionali
Le neuroscienze forniscono riferimenti per comprendere sia i processi di apprendimento che avvengono nell’ambito della pratica motoria sia l’impatto su tale apprendimento della motivazione, del clima socio-affettivo in cui si svolge l’attività, della predisposizione emotiva e apre percorsi per comprendere le relazioni tra il cervello e i processi decisionali legati alla pratica delle attività fisiche (Ruiz Omeñaca, 2021).
L’attività di ogni atleta nel contesto della pratica sportiva è associata a modelli unici di connessioni neurali e attiva diverse aree specifiche del cervello.
Il cervello non agisce come un sistema funzionale separato in compartimenti senza interazione, ma piuttosto le sue strutture sono interdipendenti.
Infatti, i processi psicologici a livello sportivo possono essere nutriti dai contributi delle neuroscienze in cinque abilità che il cervello utilizza per apprendere: motivazione, autoefficacia, attenzione, controllo emotivo e presa di decisione.
Per capire la relazione tra il cervello (la struttura) e la mente (i processi psicologici) è necessario conoscere, innanzitutto, due aree fondamentali:
– La corteccia prefrontale
La corteccia prefrontale è l’“amministratore delegato” del cervello, ed è la sede delle funzioni esecutive, che includono le capacità cognitive che ci consentono di pianificare opzioni e futuri alternativi, generare pensiero critico e riflessivo, prendere decisioni e regolare il comportamento per raggiungere gli obiettivi prefissati (Steinberg, 2015).
– Sistema limbico
Il sistema limbico comprende una serie di strutture cerebrali e un insieme di circuiti neuronali, e svolge funzioni elementari come l’integrazione tra il sistema nervoso vegetativo e neuroendocrino. Steinberg (2015) definisce il sistema limbico come un insieme di strutture cerebrali adiacenti che pur svolgendo funzioni leggermente diverse sono accomunate da un’unica finalità: rilevare nell’ambiente immediatamente circostante eventuali elementi degni di attenzione.
il cervello dell’atleta
Carico cognitivo ed emotivo
Il cervello dell’atleta è un cervello che si emoziona, impara, automatizza e agisce, tutto in un sistema di situazioni contestuali complesse, dinamiche ed interattive, motivanti e caratterizzate da carico cognitivo ed emotivo.
Infatti, l’atleta, attraverso tutti i sensi, riceve una grande quantità di stimoli che arrivano dall’ambiente esterno, e l’informazione più rilevante è quella che si riceve attraverso il senso della vista, a cui si aggiungono il suono e il tatto: il pallone, le porte, la presenza e il posizionamento dei compagni e degli avversari, il terreno di gioco, il tempo, il punteggio, i tifosi sono alcune tra le informazioni alle quali prestare attenzione (Menozzi, 2022).
Il cervello dell’atleta registra tutto in forma istantanea in millesimi di secondo: tutta questa informazione arriva in una parte concreta del cervello, il sistema limbico, che si incarica di rinviare tutta questa informazione dopo aver “applicato” un filtro emotivo, ovvero integrato le emozioni con le possibilità di risposta (Reina Gòmez, 2021).
Pertanto, quando impariamo un’attività motoria, la corteccia cerebrale è la più implicata, ma quando questi comportamenti sono consolidati “il comando del timone” passa ai nuclei della base, chiamati a dirigere i comportamenti automatici (Morgado, 2020).
PRESTAZIONE SPORTIVA NEL CALCIO
La prestazione sportiva nel calcio è supportata da processi neurobiologici che facilitano la plasticità cerebrale, la memoria e l’apprendimento, la presa di decisione, l’attenzione e il controllo emotivo, oltre che la gestione della fatica mentale.
BIBLIOGRAFIA
Ibáñez, A. (2024). Sorprende a tu mente. Entrena tu cerebro y descubre el poder de trasformar tu vida. Madrid: Plataforma Editorial.
Menozzi, A. (2022). Psicologia in campo: allenare le abilità psicologiche nel settore giovanile. Amazon Publishing.
Morgado, I. (2020). El cerebro del futbolista. In Collado, J.A, Rivilla Arias, I. e Ardoy, D. (Coord.). Futbol y Neurociencia 1°parte – 45 Minutos. Amazon Publishing.
Reina Gómez, A. (2021). Aportaciones de la neurociencia al diseño de tareas en futbol. In Collado, J.A, Rivilla Arias, I. e Ardoy, D. (Coord.). Futbol y Neurociencia 2°parte – 90 Minutos. Amazon Publishing.
Ruiz Omeñaca, J.V. (2021). Renovar la educación física desde la neurociencia. Madrid: Editorial CSS.
Steinberg, L. (2015). Adolescenza. L’età delle opportunità. Editoriale Codice.
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