psicologia sportiva

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Pressione Psicologica Sportiva

5 Dic, 24Mental Training, Mental Training Manager

pressione psicologica interna ed esterna

La pressione psicologica sportiva e non prevede una variabile interna-esterna fa riferimento alla provenienza e alla natura degli stimoli, definendo per interno tutto ciò che nasce a livello intrinseco nel giocatore, mentre per esterno tutto ciò che si riferisce alle situazioni che si verificano a livello contestuale.

Le azioni della pressione interna ed esterna possono essere classificate in:

  • Pressione individuale interna: livello intrapersonale (giocatore).
  • Pressione individuale esterna: livello interpersonale (ambiente).
  • Pressione collettiva interna: livello intragruppo (squadra).
  • Pressione collettiva esterna: livello intergruppale (ambiente).
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Aiutare ad imparare

Leadership

Creare contesti di apprendimento

Creare relazioni

La pressione psicologica sportiva individuale interna

include le variabili intrapersonali che generano uno stato di pressione, come le aspettative del giocatore, i pensieri, gli obiettivi sportivi e quelli personali.

L’importanza di far conciliare percezione e realtà permette all’atleta di utilizzare un dialogo costruttivo con sé stesso, e di adattarsi ai continui cambiamenti che caratterizzano la pratica sportiva: il giocatore ha un’immagine di sé stesso, che deve mantenere e migliorare, e la paura del giudizio esterno, come il fatto di non ritenersi all’altezza della situazione, possono sviluppare inadeguatezza e sentimenti d’inferiorità.

È frequente che la percezione di minaccia, derivante dall’interazione tra le situazioni potenzialmente stressanti e le caratteristiche personali, mobiliti il giocatore alla ricerca di “risorse straordinarie”, che nemmeno l’atleta pensava di poter tirar fuori: la capacità di coping è la base per ridurre la percezione di stress legata a determinate situazioni.

La pressione psicologica sportiva individuale esterna

include le variabili interpersonali che generano uno stato di pressione, tra le quali si possono individuare fattori contestuali come le condizioni della competizione, i ruoli e le relazioni con i compagni, la leadership dell’allenatore e l’influenza di famiglia, amici e partner.

Le condizioni della competizione sono quei fattori che possono classificarsi in funzione del significato che assumono per il giocatore: ci sono, infatti, atleti che possono essere facilmente condizionati positivamente o negativamente dal terreno di gioco, dalle condizioni climatiche, dalla presenza o no del pubblico, dalle decisioni arbitrali.

Costituiscono la pressione individuale esterna anche quei fattori di natura sociale che si basano sulle relazioni che il giocatore mantiene e instaura con i compagni di squadra, l’allenatore e l’intorno familiare.

I compagni di squadra possono essere una grande fonte di pressione, perché non sentirsi a proprio agio nel gruppo, essere vittima di scherzi o episodi di bullismo, portano il giocatore a percepire l’ambiente come minaccioso e fonte di stress.

Lo stesso allenatore, infatti, non tenendo in considerazione il giocatore e non facendolo sentire parte del progetto tecnico, può indurre pressione, limitando ancora di più le sue possibilità di adattamento alle situazioni stressanti che è chiamato ad affrontare.

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La pressione collettiva interna

include le variabili intragruppo che generano uno stato di pressione, tra le quali si possono individuare la coesione interna, le situazioni generali della competizione e i rapporti fra i giocatori.

La coesione interna è la tendenza del gruppo a rimanere unito, ed è il costrutto che è chiamato in causa per capire e migliorare la prestazione di squadra.

Spesso, però, questi fattori possono essere messi a dura prova a causa di una serie di elementi che portano il gruppo a non riuscire a fronteggiare le situazioni quotidiane ed essere sopraffatto dalla pressione negativa: un esempio può essere rappresentato da una serie di risultati negativi, che disattendono le aspettative di inizio stagione di dirigenti e allenatori.

La pressione collettiva esterna

include le variabili intergruppo che generano uno stato di pressione, tra le quali si possono individuare la storia del club e la dirigenza.

Ci sono club nei quali giocare non è facile, perché hanno una storia centenaria, magari costellata di successi, e dove si avverte una certa “pressione”.

Il club può, infatti, sulla base delle sue caratteristiche interne, esercitare una pressione positiva o negativa sul gruppo di giocatori che lo rappresentano.

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La pressione psicologica, quindi, è da intendersi come l’insieme di stimoli interni ed esterni che possono determinare ansia e stress (positivo o negativo) su un giocatore o su più membri della squadra.

Queste condizioni ansiogene e stressanti possono comparire durante gli allenamenti e durante le gare, e anche nei momenti extra attività sportiva.

Il giocatore deve imparare a convivere con la competizione, deve trovarne il piacere durante l’esecuzione, e non farsi sopraffare dalle situazioni che potrebbero portarlo a elevati livelli di ansia cognitiva e somatica.

andrea menozzi - psicologia sportiva, psicologo dello sport

Dott. Andrea Menozzi Psicologo dello Sport

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